«Periferie abbandonate, trasporti e liste di attesa nodi irrisolti della Spezia e il Miglio Blu c’era già»

da il Secolo XIX

Il segretario ligure del Partito democratico punta alla svolta «La Pontremolese è stata dimenticata dalla Regione»

Marco Toracca /LASPEZIA

«Sanità, trasporto e periferie sono i punti dolenti del centrodestra alla Spezia».
Davide Natale, segretario ligure del Partito democratico e consigliere regionale punta subito l’attenzione sulla recente riforma che lancia l’azienda unica ligure della salute voluta dal presidente Marco Bucci.
«Non la chiamo riforma. Non la è. Si tratta di un tentativo maldestro di accentramento che mette in crisi i territori a partire dal nostro», dice.
Segretario che cosa la preoccupa di più?
«In primis spiace non aver visto prese di coscienza dai consiglieri di centrodestra a difesa dello Spezzino che diventa articolazione di Genova. Detto ciò la nuova struttura locale assicurerà servizi nel limite del budget che l’azienda unica le fornirà. E il responsabile d’area sarà valutato sul rispetto dello stesso. E quando finiranno i fondi? Questo è un cavallo di Troia per la sanità privata. Avremo altre persone senza cu-re. Il personale, assunto in modo centralizzato, poi è disposizione di tutta la Liguria». È stato assicurato che La Spezia non avrà tagli. Questo non la tranquillizza?
«La Regione richiede di non nominare gli incarichi di vertice vacanti. Potremmo restare senza primari. E in futuro i sanitari che dovranno scegliere, per esempio, tra La Spezia o Genova, dove invece ci saranno strutture più importanti nell’ambito dell’azienda uni-
ca, saranno portati ad andare dove c’è possibilità di crescita impoverendo i siti decentrati.
Dubbi anche sui budget per chi si cura fuori regione. Ricordo anche la chiusura del corso di laurea in Fisioterapia. Anzi lancio un appello agli atenei di Pisa e Parma se Genova non ha interesse per noi. Il problema è che Bucci decide, La Spezia esegue e tace mentre merita attenzione, essendo al centro di un’area vasta».
Vede il rischio di accentramento anche su porto e tpl?
«La città non subirà ancora in silenzio. Sulle Autorità Portuali Bucci ha lanciato più volte il tema ma ci siamo opposti. Dev’esserci sinergia ma con diversificazione e autonomia. Il disinteresse per La Spezia si vede anche dall’assenza di mobilitazione della Regione per la Pontremolese. Sembra un problema tosco-emiliano e invece per noi e fondamentale. Come la Zona logistica semplificata ferma. Sul tpli contributi prioritari sono andati a chi è vicino alla Francia penalizzandoci.
Presenteremo un emendamento al bilancio per risorse aggiuntive ma serve un fondo straordinario per il 2026. Poi niente azienda unica in maniera verticistica perché le norme vanno conosciute bene. Chiederemo però alla Regione di sostituirsi al Comune per convocare il tavolo per il rilancio strategico del territorio. L’inerzia sull’ Enel è deleteria».
Tra 18 mesi si vota in città.Su cosa punta il Pd?
«Sindaco e giunta in otto anni hanno cercato solo di scansare i problemi della città. Liste di attesa infinite e ospedale che si allaga ogni volta che piove sono criticità di cui il sindaco si deve occupare. Nessuna visione poi su Arsenale, base navale e interconnessione con l’industria locale. Sul decantato Miglio Blu dico che sono aziende giunte in città ben prima del 2017. E sul Pnrr abbiamo perso 6.5 milioni. Per la rigenerazione urbana erano disponibili 20 ne abbiamo presi 13.5».
La scelta del candidato sindaco quattro anni fu complessa per il centrosinistra. Questa volta cosa si farà?
«Intanto non partiamo da zero. Regionali e Comunali di Genova, oltre al lavoro nazionale, dicono che c’è una coalizione ampia e forte con anni di battaglie sul territorio e una base forte. L’area progressista può tornare a governare La Spezia. Quindi movimenti,
partiti e associazioni dovranno dialogare con le tempistiche giuste per scegliere chi guiderà la compagine. Un ruolo importantissimo lo avranno le periferie. Oggi sono lasciate a se stesse. Isolate sul fronte tpl e servizi. Serve una visione nuova: una città con tanti centri, è giustizia sociale».-

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