Da la Repubblica
di Michela Bompani
I direttori generali delle Asl della Liguria hanno raggiunto gli obiettivi che la Regione aveva loro posto nel 2024 con un valore che va dall’89 al 92 per cento. Un risultato importante che infatti è stato certificato da una delibera approvata dalla giunta regionale qualche giorno fa, in base alle valutazioni compiute da Alisa, che aveva il compito di verificare il lavoro svolto dai vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere, su mandato dell’allora vicepresidente, facente funzione, Alessandro Piana. Si tratta di una delibera presentata ora alla giunta dallo stesso assessore regionale alla Sanità, Massimo Nicolò che, come denuncia il segretario regionale del Pd, Davide Natale, anche consigliere regionale, fa cortocircuito con le minacce ai direttori generali di Asl e ospedali cominciate con l’ex presidente della Regione Giovanni Toti, proseguite e inasprite con il presidente Marco Bucci e , qualche giorno fa arrivate a puntare al blocco delle ferie, con il nuovo direttore generale del Dipartimento Sanità Paolo Bordon. «I conti non tornano, però – dice Davide Natale – la giunta Bucci deve mettersi d’accordo con se stessa: se i direttori generali hanno fatto bene, e lo certificano valutazioni molto alte, fino al 92%, o gli obiettivi che la Regione, attraverso Alisa, ha posto erano fasulli oppure sono stati centrati. E a me sembra che siamo in questa seconda ipotesi. Allora il nodo è tutto nella gestione sanitaria della Regione: se gli obiettivi sono stati raggiunti, perché i direttori continuano ad essere nel mirino della giunta e del dipartimento salute? Si trovano capri espiatori per nascondere le politiche fallimentari di questa amministrazione? Perché i numeri certificano un buon lavoro e l’amministrazione poi attacca i direttori generali?». Peraltro la delibera in questione, in base alle valutazioni degli obiettivi, dispone e autorizza dei premi economici, tanto che le tabelle, illustrate nel documento, devono essere utilizzate, viene scritto, «per definire al fine dell’erogazione del trattamento economico accessorio». Dunque, ai direttori generali delle Asl – il cui lavoro evidentemente è stato tanto efficace da aver raggiunto obiettivi e percentuali così alte – viene corrisposto un “premio di produzione” per il 2024 dalla stessa amministrazione regionale che da almeno due anni minaccia di cacciarli via per inefficacia ed è arrivata a mettere le mani sulle loro ferie. Nello specifico, i direttori hanno raggiunto gli obiettivi al 92% nelle Asl2 e Asl5, al 90% nella Asl3 (la più grande e complessa), e all’89% nelle Asl1 (alle prese con una carenza di organico gravissima) e Asl4. Un poco più indietro, si collocano i direttori generali delle aziende ospedaliere, la cui situazione è, come noto, complessa: in testa c’è il Policlinico San Martino, con l’83%, seguito dall’ospedale Gaslini, con il 79% e a pari merito gli ospedali Galliera e Evangelico, con il 74%. «Per il 2025, poi, il presidente Bucci, oltre agli obiettivi che evidentemente nel 2024 sono stati raggiunti, ha deciso di aggiungere anche quello del pareggio di bilancio, pressoché irraggiungibile dai direttori – dice Natale, che annuncia una interrogazione in consiglio regionale – perché è la Regione che determina gli stanziamenti alle aziende e, con i fondi che eroga, i conti non possono tornare, se non con tagli ai servizi». Il consigliere Pd, perciò, indica lo «scaricabarile» della Regione sulle Asl e gli ospedali: «Ogni direttore correrà ai ripari come potrà, la Regione non ha neppure previsto, accanto all’obiettivo del pareggio di bilancio delle aziende, un percorso comune, ciascuno taglierà come potrà. La Regione non fa investimenti, non costruisce politiche sanitarie complessive, è capace sono a riversare sulle direzioni generali la propria incompetenza», scandisce Natale. E conclude: «Penso proprio che il presidente Bucci, a questo punto, non sappia più che pesci pigliare sulla sanità ligure – sfida – non mette risorse e però dà la responsabilità di eventuali disavanzi ai direttori»