A rischio la sede di Fisioterapia «Tutelare il corso d’eccellenza»

La città e l’università, il nodo formazione


Lo denuncia il consigliere regionale Davide Natale (Pd) che presenta un’interrogazione in giunta «Minacciata ciclicamente la soppressione. La Regione intervenga per salvare un fiore all’occhiello»

LA NAZIONE

SPEZIA
Torna a galla la minaccia della soppressione della sede spezzina del corso triennale di Fisioterapia afferente all’Università di Genova. Sul sito web dell’Ateneo, nella pagina informativa sul corso di studi per l’anno accademico 2025-26, è scomparso qualsiasi riferimento alle sedi di via del Canaletto alla Spezia e di Pietra Ligure. L’intenzione dell’Università sembrerebbe quella di disattivare questi corsi – anche se ancora non c’è l’ufficialità – e di portare a conclusione gli anni in corso senza far partire il primo anno. Sul sito web, infatti, vengono menzionate come sedi attive solo Genova e Chiavari. A sollevare la questione è il consigliere regionale Davide Natale (Pd): «Ciclicamente torna a galla la minaccia della chiusura del corso di laurea in Fisioterapia al polo della Spezia denuncia Natale -. Non c’è ancora l’ufficialità, ma delle quattro sedi liguri rimarrebbero soltanto quelle di Chiavari e Genova.
Sul sito dell’Università la sede della Spezia non è più riportata e tutto questo accade nel più completo silenzio del presidente Bucci e del sindaco Peracchini». Il corso di laurea in fisioterapia, con 40 di curriculum alle spalle, «è una delle eccellenze del territorio spezzino, ha sfornato decine e decine di professionisti in questi anni con una percentuale di occupati del 95% ad un anno dalla laurea. Perderlo sarebbe un disastro», afferma Natale. «Rappresenta un’importante risorsa lavorativa
per i giovani spezzini e per quelli delle zone limitrofe. I quali sarebbero probabilmente costretti a fare i pendolari con il Tigullio oppure con la vicina Toscana».
L’eventuale scelta di sopprimere la sede di Levante sarebbe connessa «all’aumento delle
ore di insegnamento ai professori universitari a scapito di quelle dei dipendenti del Sistema sanitario nazionale che ha comportato un incremento dei costi – spiega Natale -. Non è chiaro l’obiettivo, in quanto le modalità di insegnamento precedente erano molto apprezzate. Inoltre quelle ore erano retribuite dall’ASL 5, sgravando dai costi l’Università». Natale ha presentato un’interrogazione con cui ha chiesto alla Giunta regionale «di indagare su quanto sta accadendo e di mettere in campo ogni azione possibile affinché lo scenario di una chiusura non diventi realtà. È necessario – conclude – che la Regione intervenga per allontanare ancora una volta queste nubi, per fare capire che questo corso ha radici solide e che non basta la necessità di contenere di qualche decimale la spesa dell’Ateneo per sradicarlo dal nostro territorio».

Ilaria Vallerini

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