“Abbiamo sentito il presidente della commissione regionale Sanità, lo spezzino Marco Frascatore, dire oggi che il cittadino non dovrà più inseguire la sanità con la riforma della destra. Probabilmente intendeva dire che nel futuro prossimo non esisterà più e quindi non ci sarà bisogno di rivolgersi ad essa. Concordo con le organizzazioni sindacali che l’hanno definita una riforma calata dall’alto, prodotto di un mancato confronto, priva di buon senso e addirittura di conoscenza della materia. Una proposta che non risolverà i problemi dei liguri e del personale e che introduce sotto traccia il pericolo di ulteriori tagli al servizio pubblico. Una proposta che è la cartina di tornasole della credibilità di questa destra, che durante la campagna elettorale non aveva mai annunciato di voler realizzare un’unica azienda sanitaria. Nel dettaglio, a quanto è previsto dalla norma, le future Aree sociosanitarie non avranno più alcuna autonomia finanziaria e i servizi saranno assicurati fino a esaurimento delle risorse che la futura azienda regionale metterà a disposizione . La domanda sorge spontanea: quando le risorse finanziarie saranno terminate, cosa accadrà ai cittadini? Dovranno andare in altre aree? Si aspetterà che il direttore generale, magnanimamente, conceda altri finanziamenti? E nel frattempo? L’unica altra Regione ad aver messo in campo una riforma simile sono state le Marche, ma dopo qualche anno sono dovute tornare indietro e ripensare nuovamente alle aziende territoriali. Non è un presupposto rassicurante”.



