Situazione surreale nei reparti Asl. Il calvario di malati gravi e familiari. Ventilatori a piantana per l’Hospice


Altra testimonianza dal pronto soccorso: “Aria condizionata zero, tutti nelle barelle in fila in corridoio”. Il consigliere Natale: “Chi ha fatto le analisi prima del black out dovrà ripeterle. Servono interventi strutturali”.

Va tutto bene? Un segnale di quale sia la situazione reale nelle strutture sanitarie spezzine arriva dall’Asl stessa, leggendo la determinazione dirigenziale con cui, il 19 giugno, è stata accettata la donazione di 12 ventilatori a piantana a favore della struttura Cure palliative e Hospice dell’ospedale San Bartolomeo. Già, ventilatori a piantana – quelli che semplicemente muovono l’aria la quale, se è calda, calda resta – per un luogo in cui malati molto gravi, familiari e personale addetto all’assitenza condividono un percorso già di per sé difficile e doloroso. La donazione, del valore di 600 euro, è arrivata dall’associazione ’La libellula’, che opera in regime di volontariato all’interno dell’hospice. La determina si preoccupa di precisare che “è in capo al personale interno utilizzatore, la responsabilità di staccare la spina dopo il corretto utilizzo degli apparecchi, rispettando i tempi e le modalità di utilizzo indicate nel manuale dell’apparecchio”.

Il pronto soccorso

“Sono al pronto soccorso a Sarzana: aria condizionata zero, tutti nelle barelle in fila in corridoio. Il personale, sia medici che infermieri, da 10 e lode ma, poverini, come fanno a lavorare”. E’ uno dei messaggi WhatsApp che il consigliere del Pd , Davide Natale, ha ricevuto ieri da cittadini allo stremo. “Da tempo chiedo alla Regione interventi strutturali – chiosa Natale –. So per cento che in molti reparti i familiari chiedono di poter portare da casa i ventilatori. Servono investimenti strutturali. Ma se la Regione non dà risorse alla Asl e chiede di tagliare, la situazione è esplosiva. Invito il presidente Marco Bucci e l’assessore Massimo Nicolò a vedere di persona invece di farsi belli inaugurando un macchinario che era già in funzione”.

La palazzina di Bragarina

Natale condivide un altro messaggio da lui ricevuto ieri. “Tutto a posto? No, è un disastro”, testimonia la persona, ricordando che mercoledì l’assessore regionale Nicolò era alla Spezia alla presentazione di Da Vinci, robot per la chirurgia non invasiva. L’assessore “poteva verificare le condizioni in cui lavoravano medici, infermieri, tecnici e Oss nella palazzina B di Bragarina – prosegue il messaggio – dove sono gli ambulatori di neuropsichiatria infantile, il consultorio (quindi donne in stato di gravidanza e pazienti oncologiche) e palestra per fisioterapia. E’ senza aria condizionata, come possono dire che tutto va bene? Aggiungiamo che stamani (ieri per chi legge, ndr) è saltato nuovamente il sistema (…). Inoltre i pazienti che hanno fatto le analisi del sangue prima del black out devono ritornare per ripeterle visto che molti di quegli esami sono andati persi. Disagi su disagi. Ma per l’assessore, i consiglieri e il sindaco la priorità era inaugurare un robot che già operava”.

I sindacati

Servono altre conferme della realtà? Ci pensano, di nuovo, i sindacati, con una nota unitaria firmata da Fp Cgil, Uil Fpl, Filcams Cgil e Uiltrasporti: “Tra difficoltà informatiche e caldo lavorare in Asl 5 è un vero e proprio infermo. Siamo pronti allo stato di agitazione”. In questi giorni chi presta servizio nell’Asl5 Spezzino, inclusi i lavoratori in appalto, “sta affrontando un calvario”, spiegano i sindacati. Non ci sono solo i guasti alla rete informatica che oltretutto è “ancora parzialmente in blocco”. Si torna al tema arsura: “E’ inaccettabile che i reparti e le strutture ospedaliere non siano adeguatamente climatizzati, che ci si attrezzi con soluzioni di fortuna e si rattoppi continuamente. Ci vogliono interventi strutturali. In attesa della costruzione del Felettino, ci si è affidati a soluzioni temporanee che non hanno effetti ed anche l’ospedale di Sarzana, benché più recente, mostra problematiche. Se non arriveranno riposte – concludono i sindacati –, siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione di tutto il personale”.

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