“Con la chiusura del corso di laurea in fisioterapia alla Spezia si cancella un’esperienza iniziata nel 1978 da cui sono usciti i professionisti che lavorano nelle principali strutture riabilitative della provincia, con un tasso di occupazione del 100% e con il 50% dei laureati da fuori che si sono fermati negli anni a vivere qui dalla Lunigiana, dalla costa apuana e dalla Versilia, contribuendo alla crescita della provincia. Sono dati di Asl 5, facilmente verificabili, che non hanno smosso la giunta Bucci, rimasta a osservare il taglio
senza fare pesare il ruolo dell’istituzione e senza mettere in campo un’iniziativa decisa. Come del resto ha fatto di recente con la soppressione dei treni locali da parte di Trenitalia e dei comuni montani da parte del governo Meloni. La Liguria va in totale controtendenza rispetto alle altre regioni vicine. In Emilia ci sono undici corsi di laurea in fisioterapia, in Lombardia 8, in Veneto 7, in Toscana e Piemonte 5. Da noi ne rimarranno solo due, lasciando scoperto il Ponente e il territorio che va da Chiavari a Pisa. In commissione abbiamo ascoltato parole assurde che giustificano il taglio con la difficoltà di far spostare i docenti dalla sede centrale a quelle periferiche, senza che la destra abbia provato ad alzare un sopracciglio. Abbiamo avanzato la proposta insieme agli altri colleghi del Partito Democratico di cercare sinergie con le università vicine a partire, come è stato fatto nel passato, con quella di Pisa. Perché tutte le statistiche, che evidentemente Bucci e i suoi ignorano, ci dicono che nei prossimi decenni l’età media della popolazione crescerà e con essa la richiesta di riabilitazione e assistenza. Nelle altre regioni l’individuazione delle sedi universitarie vengono avviene con la condivisione e il protagonismo della Regione stessa. Nella Liguria della destra la chiusura viene vista come una scelta esclusiva dell’università. Tutti noi sappiamo che non è così. Si sceglie di non proteggere un settore che rappresenterà sempre di più una direttrice di crescita economica e un presidio di salute e benessere per la cittadinanza. E già da subito i costi di questa assenza di lungimiranza saranno sostenuti dalle famiglie dei giovani che dovranno spostarsi per formarsi. L’ennesimo capolavoro di questi dieci anni di destra al governo”.



