“La montagna ha partorito il topolino, nessun detto risulta più appropriato per definire quanto uscito dalla mente del Ministero dei trasporti dopo tre anni di continui annunci. La riforma voluta da Rixi fa impallidire il centralismo borbonico, viene tolta qualsiasi competenza strategica ai territori a cui rimane il ruolo di passacarte. Ci auguriamo che queste anticipazioni siano solo delle fake news, altrimenti assisteremo a una situazione pesante e grave. Basti pensare che gli affidamenti delle concessioni sopra i 20 anni saranno subordinate al parere vincolante del Mit, il segretario generale dovrà ricevere ugualmente per la sua nomina il parere del Ministero e gli investimenti principali più importanti messi in campo dalle diverse Autorità di sistema, saranno decisi sempre dalla società Porti di Italia al cui interno, oltre i Ministeri, saranno presenti anche tutte le diverse Autorità di sistema portuale del nostro paese e non è difficile immaginare che le decisioni assunte subiranno gli effetti degli interessi, legittimi, delle diverse realtà, con il rischio di andare incontro a scelte distorte e poco oggettive”.
“Gli investimenti inoltre saranno finanziati con quota parte degli introiti derivanti dalle tasse di ancoraggio e dalle tasse portuali. Alla faccia dell’autonomia dei porti tanto sbandierata dalla Lega e da Bucci . Una riforma che non risolve i problemi dei porti, che crea sovrastrutture, per noi costose e inutili, e che non snellisce ma appesantisce la burocrazia portuale”