“La Regione pensava di far cassa e lucrare sulle Cinque Terre invece chi ci ha guadagnato è stata solo Trenitalia. Il territorio si è impoverito – perché i turisti avevano meno soldi da spendere nelle attività, soprattutto dopo i rincari del Cinque Terre Express – e non sono migliorati i servizi. L’ammodernamento delle infrastrutture delle stazioni; l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’adeguamento delle banchine seguono una programmazione già determinata da tempo. Così, mentre Trenitalia fa cassa e centra il suo obiettivo, la Regione rimane con un pugno di mosche in mano facendo pagare per l’ennesima volta le conseguenze ai cittadini e al territorio”.
“Come Pd, non solo con atti in consiglio regionale ma anche con una segnalazione presentata ad Art, Autorità regolamentazione trasporti – abbiamo sempre ribadito che si stavano usando tratte destinate al servizio pubblico per attività commerciali. Ma la stessa giunta regionale ci ha sempre risposto dicendo che stavamo sbagliando in quanto anche il Cinque Terre Express era un servizio che rientrava nel contratto con Trenitalia, magari pensando di ricevere la gran parte di quelle risorse, invece oggi, dopo il parere del Consiglio di Stato che rimanda tutto alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, emerge l’assoluta inadeguatezza della giunta regionale”.
“Oggi, la Regione va contro Trenitalia e assume come proprie le nostre posizioni. E di questo non possiamo che esserne contenti. Non accorgendosi però che quelle posizioni sono state indebolite da quanto ha sempre replicato la stessa giunta. Oltre al danno – per la Liguria, per il trasporto pubblico e per le Cinque Terre – anche la beffa. Ora si riprenda la discussione perché il territorio ha bisogno di risorse per migliorare la qualità dei servizi e per mettere in campo azioni che contrastino la fragilità che lo contraddistingue. La Giunta Toti aveva invece pensato di far cassa svendendo il territorio, una specialità che ha contraddistinto quella giunta di cui Bucci si dichiara erede. Ora si riapra il tavolo, come richiesto dalle associazioni, per far fronte comune nell’interesse collettivo”.