Da il Secolo XIX di Marco Menduni
La campagna elettorale e la sfida al centrodestra che ha scelto Bucci. La sanità e le opere. Gli ultimi ritocchi alla coalizione per chiudere sull’asse moderato. E tra pochi giorni una grande manifestazione di piazza per presentare il candidato Andrea Orlando.
La notizia di giornata, ineludibile, è il patteggiamento di Giovanni Toti.«Assolutamente sì e dico due cose. Dal primo giorno non sono mai entrato nelle vicende giudiziarie, perché competono alla magistratura e non alla politica. Però oggi si certifica il fatto che a differenza di quello che ha sempre detto il centrodestra non era un castello di carta, l’inchiesta dei magistrati. Era difficile da controvertire e quindi l’imputato ha scelto di patteggiare. Quel che ha solennemente affermato il centrodestra è smentito dai fatti»
Altra novità delle ultime ore. La discesa in campo di Marco Bucci ha cambiato molte cose. Nel centrodestra sembrava la palude, ora è arrivata una candidatura oggettivamente forte.«Ho trovato in Bucci due caratteristiche principali, invece, e la prima è che ha dimostrato subito delle debolezze, attaccando personalmente il sottoscritto e altri esponenti del nostro schieramento. Mi hanno insegnato che in politica non c’è mai niente di personale e non si fanno attacchi alla persona in maniera così pesante».
La seconda?«Parto col dire che avevo ragione: i ritardi della diga sono sotto gli occhi di tutti. Certificati dai documenti dell’autorità portuale e anche dall’appaltatore, che ha detto si potrebbe recuperare il tempo se il commissario straordinario utilizzasse e impiegasse maggiori risorse. C’è un ritardo di più di un anno».
Bucci ha attaccato.«Nonostante le cose oggettive ha fatto un attacco puerile, un attacco basso, un attacco quasi da asilo Mariuccia. L’altro punto di debolezza è che si presenta come la continuità di questi 9 anni in cui è stata sfasciata la sanità. Non è possibile prenotare una colonoscopia in nessuna Asl, fare una visita oculistica devi andare assolutamente da un privato, questo è uguale per una risonanza magnetica. Abbiamo giovani che vanno in altre regioni per poter affermare le proprie competenze, abbiamo le infrastrutture che sono al palo».
Bucci è un candidato che temete?«Avrei temuto maggiormente candidati civici che si presentassero come rottura, ma quelli individuati hanno invece mandato a spigolare questo centrodestra pasticcione, arruffone, che non ha idee per il futuro».
Siete partiti in vantaggio, Orlando si è stagliato in anticipo come il candidato. Resta però il problema di qual è l’assetto di questa coalizione, se ci saranno i renziani o meno, quale ne sarà il centro. Non c’è stata nemmeno un’investitura ufficiale di Orlando. «Ci sarà nei prossimi giorni con il completamento delle liste, con la completa definizione della coalizione. Si svolgerà una manifestazione di piazza dove si presenterà il candidato e dove si lancerà la nostra idea di Liguria. Orlando sta lavorando alla coalizione. Di fronte al cataclisma che c’è nel centro destra, a noi ci manca al massimo il cinque per cento della definizione della nuova squadra di governo della Liguria».
Però il problema del “centro” della coalizione non è ancora del tutto dipanato.«Io rispondo così: ci sarà una forte componente moderata e riformista che saprà rappresentare quell’elettorato.Non li vedo i moderati andare a braccetto con i Vannacci e politici come Bandecchi, il sindaco di Terni che sputa acqua contro chi lo contesta».
Quanto tempo vi date per chiudere?«Pochi giorni per questa definizione ma soprattutto per presentare il programma per cambiare finalmente dopo anni di immobilismo questa regione».
Ancora una domanda sulla sanità. In un’intervista al Secolo XIX Sandro Biasotti ha ricordato la sua vittoria nel Duemila con la battaglia contro le liste d’attesa. Significa che il problema è antico. E la sanità ha dato filo da torcere anche durante le amministrazioni di centrosinistra.«Voglio essere onesto e chiaro: le liste d’attesa sono un problema generalizzato in tutto il Paese. Ma in Liguria sono un fattore patologico e 200 mila cittadini non si curano più perchè non possono aspettare i tempi della sanità pubblica e non hanno le risorse per andare nella sanità privata».
Da allora la situazione è ancora peggiorata?«Siamo andati ancora anni luce indietro e la Regione è stata miope di fronte alle nostre richieste che erano banalmente quelle di incrementare le assunzioni di personale, di non farselo sfilare dalle altre regioni e soprattutto di investire in attrezzature e informazioni».
Sulle opere, come conciliare una visione scettica di una parte della coalizione e la necessità di realizzarle? Bucci si è candidato «contro quelli del no».«Questa è una delle tante narrazioni che la l’accoppiata Toti-Bucci fa dello schieramento avverso. Ormai stucchevole e ne dimostra anche qui la debolezza. La diga è un progetto dei governi Conte II e poi Draghi. Poi ricordo bene quando quel Rixi che ora si candida a fare il consigliere regionale, e non lo farà perché continuerà a fare il viceministro, aveva detto che per fare la Gronda basta una firma. Non l’ho vista. La maggior parte di quelle infrastrutture sono frutto di investimenti e progettazioni messi in campo quando il Pd e il Movimento 5 Stelle erano al governo. Ma c’è una cosa in più da dire».
Prego.«Il vero problema sono le infrastrutture sociali. Quelle del disagio giovanile, del disagio delle famiglie, tutti i progetti che sono rimasti nel cassetto dove invece il Pnrr prevedeva tante risorse, specialmente per la non autosufficienza, che questa giunta non è riuscita a cogliere»