«Nuovo ospedale? Solo spot La verità sono nuovi ritardi»

IMG_6922

Dal Secolo XIX

intervista di Marco Toracca

«Siamo davanti all’ennesimo annuncio. È così da anni. La nuova task-force regionale dedicata al futuro ospedale della Spezia, che unisce le forze di due assessorati, Sanità e Infrastrutture, fissando a fine settembre il via del cantiere in realtà svela un nuovo ritardo. Dal primo settembre si passa a fine mese per vedere partire i lavori del nosocomio».

Davide Natale, segretario ligure del Partito democratico e consigliere regionale dem boccia la nuova struttura guidata dall’assessore Giacomo Giampedrone che ha al suo interno anche la società regionale Ire oltre a Guerrato, costruttrice dell’ospedale. «In pratica si certificano che sono fuori dai tempi previsti – prosegue – Di recente in consiglio regionale, rispondendo a una mia interrogazione sul cronoprogramma, Angelo Gratarola (assessore alla Sanità, ndr) ha detto che in attesa del parere Rina Check il via ai lavori era fissato il 1° settembre. Ora invece è il 30. Ricordo poi che nel 2016 il presidente Giovanni Toti e l’ ex assessora Sonia Viale posarono la prima pietra del nuovo Felettino parlando di problemi su quell’appalto che avrebbero risolto. Indicarono in agosto 2020 il traguardo del fine lavori. Quello che è successo lo sappiamo tutti. Ora siamo di nuovo al punto di partenza e preoccupa la struttura del nuovo appalto con il canone di 14 milioni ai privati per 25 anni»

Natale che cosa non la convince?

«Mi chiedo come possa la nostra Asl 5 versare quel canone per così tanti anni. Vorrà dire tagliare servizi, prestazioni e personale. Così hanno condannato per un quarto di secolo la sanità spezzina a essere depotenziata. E i dati finanziari del primo semestre 2024 segnalano già un disavanzo di 4,6 milioni. La task-force deve occuparsi anche della parte finanziaria. Sono poi le date a dover essere spiegate».

Quali?

«Dovevano iniziare a febbraio ’23. Poi a maggio, quindi in primavera e ancora il 1° settembre ’24 diventato poi il 30. Rinvi continui che giudico vergognosi. La costruzione dell’ospedale è una priorità per la città e il territorio, non si possono fare promesse a più riprese in questo modo».

Quali altri problemi ci sono secondo lei?

«Li ha detti Gratarola in consiglio. Ha parlato di fase di verifica per l’ allineamento finanziario sul partenariato pubblico-privato. Abbiamo chiesto quanto sia in concentro, in euro, senza avere risposte. Tradotto aumenterà il canone annuale che dovrà pagare l’Asl 5. E ci sono altri quesiti a cui rispondere da anni».

Quali?

«Perché non abbiano usato le risorse per l’edilizia sanitaria della Finanziaria ’21. Coprivano interamente i costi di realizzazione compresi i fondi forniti dai privati. Il nodo è lì. Va spiegato. L’ospedale di oggi sarà edificato senza fondi regionali. Si potevano usare quelle risorse per non ricorrere, ribadisco , ai privati».

Che scenario che si prospetta dal suo punto di vista?

«Il mio auspicio è che si creino le condizioni per far uscire i privati da questo dossier. È la mia proposta. Altrimenti l’Asl5 sarà in criticità 25 anni per quel canone. Un’ eredità pesante sul fronte dell’operatività con il rischio di liste di attesa sempre più lunghe. Poi a ridosso dalla chiusura del mandato fare una task-force evidenzia, ripeto, solo che si è in forte ritardo da 8 anni».

Il nodo personale e servizi però viene da lontano. Anche quando governava il centrosinistra La Spezia lamentava carenze rispetto alle Asl liguri. Non è così?

«Sì. È vero ma il sindaco Massimo Federici si faceva sentire in Regione cosa che l’attuale amministrazione non fa»

Anche il dossier ospedale è datato. La città attende da 40 anni e in questo arco di tempo si sono alternati governi di colore diverso…

«Nel 2015 il centrosinistra ligure aveva lasciato un appalto pronto. Adesso avremmo l’ospedale nuovo».

In ogni caso tra pochi mesi ci sarà un nuovo governo regionale. Avere un cantiere avviato non sarà un vantaggio per chiunque vinca le elezioni?

«Ritengo che il dossier ospedale vada ripreso in mano subito per far uscire i privati e non mettere in ginocchio l’Asl. La nuova giunta in sostanza dovrà fare il contrario di chi ha governato la Liguria per due mandati. Servirà poi una battaglia per aumentare il fondo sanitario regionale, riorganizzare il personale per ovviare alle carenze e combattere le fughe dei pazienti. In pratica nuove politiche che possano finalmente dare una vera svolta al settore». —

Condividi l'articolo: